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La Farina

GRANO DURO TIMILIA (Triticum durum var. affine Körn.)

Cenni di storia del grano Timilia

Il grano Timilia è un varietà antichissima di grano duro, estremamente resistente e di semplice coltivazione

Questo grano antico ritrovato, era arrivato quasi all’estinzione a causa della diffusione delle coltivazioni industriali di varietà limitate ad altissime rese. Si tratta di un frumento che resiste bene alla siccità ed è considerato un grano duro in via di estinzione nonostante la sua produttività. Negli ultimi decenni era stato poco richiesto dalla grande distribuzione ed attualmente è diventato un prodotto pregiato ma molto interessante per le caratteristiche.

Il Grano di Timilìa (Tumminìa, nel nostro dialetto) era solo un nome che ogni tanto saltava fuori dai racconti dei vecchi agricoltori come di un grano tardivo e veloce di maturazione, per poi scoprire che ne parlavano Teofrasto e Plinio il Vecchio ben più di 2000 anni fa.

 

Il Grano di Tumminia era noto già in epoca greca con il nome trimeniaios Era diffusa anche in Portogallo, Nord Africa, Francia, ed in particolare a Siviglia, in Spagna.

Il grano Timilia veniva coltivato già nel periodo greco con il nome di trimeniaios (τρεσ μηναιός), una varietà antica di grano duro a ciclo breve. È un grano molto resistente, adatto alle coltivazioni in paesi caldi e secchi, per questo motivo prese piede nelle regioni del sud Italia come la Sicilia. Già a Lentini durante la guerra dei 90 anni dal 1282 al 1372, era usato ampiamente per la sua tardività nella semina, come si legge nelle cronache dell’epoca, specie durante l’assedio del 1359. «…Erasi in quell’epoca e per quella guerra venne introdotta la coltivazione del grano marzuolo, che allora diceasi Diminia perché, venendo in maturità in minor tempo degli altri frumenti, credeano gli agricoltori di correre meno pericolo. Pure ciò nulla giovò a’ Lentinesi nell’aprile del 1359” […]» (Niccolò Palmeri, Carlo Somma; Palermo, 1883 – Opere edite et inedite – Pagina 802, Stabilimento Tipografico P. Pensante

Era anche diffuso in alcune zone del mediterraneo, oltre alla Sicilia si trovava anche in Portogallo, Nord Africa, Francia e Spagna, nella zona di Siviglia. Un agronomo tedesco, Hugo Werner, nel 1885 riportò alcune denominazioni con cui il Timilia veniva indicato: in Spagna, era chiamato tremesino, a Napoli tumminia, in Sicilia timilia o tremelia, in Germania Dreimonatweizen (grano dei tre mesi) e in Francia trimenia de Sicile. Generalmente si seminava a marzo sulle colline e a gennaio in prossimità del mare, la sua forza era quella di crescere anche su terreni aridi e durante gli autunni piovosi che non consentivano la crescita di altri tipi di grano.

Della Tumminia ne parla anche Goethe nel suo “Viaggio in Sicilia“.

“Il frumento è bellissimo. La tumenia, nome che sembra derivi da bimenia o trimenia, è un dono prezioso di Cerere: è una specie di grano estivo, che matura in tre mesi. Lo seminano dal primo gennaio al giugno, e matura sempre entro un tempo determinato. Non ha bisogno di molta acqua, ma piuttosto di gran caldo; da principio mostra una fogliolina assai delicata, poi cresce come il frumento e infine acquista molta forza”.

(Johann Wolfgang Goethe, Viaggio in Sicilia, 1787)

Ancora oggi questo grano viene macinato a pietra naturale con originali macine restaurate non privando il chicco del prezioso germe che rimane attaccato e molito con esso.

All’inizio del secolo il grano duro Timilia, di origine siciliana, era enormemente diffuso nelle regioni meridionali italiane tanto che De Cillis nel 1927 lo indicò come “il più importante grano duro a semina primaverile” capace di produrre “farina molto apprezzata per la panificazione e per le paste”. Poiché presente in tutto il meridione gli sono stati attribuiti numerosi sinonimi di Triminia, Tumminia, Tummulina, Tuminia, Diminia, Riminìa, Marzuolo, Marzuolo siciliano, Trimenia, Teminia di Sicilia, Napolitana. Un programma di miglioramento genetico avviato all’inizio degli anni ‘20 da Ugo De Cillis, presso la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia, portò alla selezione all’interno della popolazione originaria di due varietà denominate Timilia SG1 a reste nere e Timilia SG2 a reste bianche. “Razze” di grano duro Triminia bianca e nereggiante furono segnalate sempre dal De Cillis come opera del lavoro di selezione svolto da Pantanelli e Conti presso la Stazione Agraria di Bari. La pianta che si adatta molto bene in terreni “magri” e poco fertili, presenta un culmo bianco, flessibile e fragile, le foglie sono di colore verde chiaro e glabre mentre la spiga aristata, oblunga sulla faccia, fusiforme e poco appiattita sui profili. Le reste sono nere alla base e gialle verso l’apice nella Timilia a reste nere mentre in quella a reste bianche sono di media lunghezza e di colore giallo chiaro. Le spighette contengono di solito 2-3 semi di colore scuro e di piccole dimensioni se paragonati a quelle delle altre varietà di frumento duro. L’altezza della pianta oscilla tra i 130 ed i 160 cm e l’epoca di spigatura è più tardiva rispetto a quella dei frumenti duri più comuni. Il portamento della pianta alla fine dell’accestimento è eretto e nonostante la taglia riesce a resistere discretamente all’allettamento. L’ottima adattabilità agli ambienti meridionali ed alle condizioni colturali difficili rende questa antica varietà di grano duro particolarmente adatta alla coltivazione nei sistemi agricoli a ridotto impiego di mezzi tecnici e/o biologici. La semina è autunnale ma può essere effettuata anche in primavera. Il monitoraggio del territorio nell’ambito del progetto, ha consentito di individuarne la presenza in ristretti areali della provincia di Foggia soprattutto della forma a reste bianche. In tali areali così come suggerito nel passato, nei periodi invernali quando le piogge abbondanti non permettono la semina degli altri frumenti, gli agricoltori locali possono ricorrere alla coltivazione della Timilia. La granella viene utilizzata prevalentemente per la preparazione del pane, grazie al caratteristico sapore della semola

Il Timilia era ancora diffuso in tutta la Sicilia nel secolo scorso: nella prima metà del secolo la coltivazione di questo biotipo raggiunse una notevole diffusione grazie all’adattamento alle più disparate condizioni ambientali. Tuttavia, nella seconda metà del XX secolo si è assistito all’abbandono quasi totale mentre oggi, grazie alla maggiore sensibilità verso la coltivazioni più naturali ed i prodotti biologici ed anche grazie alla tenacia dei coltivatori siciliani, il grano Timilia ha riconquistato un posto di riguardo nella produzione del grano in Sicilia, soprattutto nelle aree di Trapani e Palermo.

Essendo un grano molto resistente anche alla siccità, non richiede grandi tecniche di coltivazione e cure particolari, per questo è adatto ad essere coltivato e certificato biologico. La particolarità più interessante del Timilia è proprio il fatto che è naturalmente resistente ai parassiti e questo fa sì che non sia necessario utilizzare fertilizzanti o antiparassitari per cui il grano e la farina che ne deriva sono biologici al 100%.


Farina di Timilia:

un prodotto dalla Sicilia con proprietà interessanti

Più leggera e digeribile, la farina di Timilia è un prodotto pregiato ottenuto con la macinazione a pietra del grano. Presenta un ridotto contenuto di glutine ma un buon apporto proteico rispetto alle farine tradizionali. Oltre ad essere gustosa, possiede proprietà benefiche per la nostra salute.

La timilia è un grano a ciclo breve: viene solitamente seminato a marzo per poi effettuare la raccolta a giugno. Dalla sua lavorazione si ottiene una farina integrale molto ricca di proteine e povera di glutine.

Le spighe di questo grano vengono lavorate con la macinazione a pietra producendo una farina meno raffinata rispetto a quelle tradizionali. Il risultato è migliore in termini di sapori e di vantaggi per la salute. I prodotti risultano più leggeri e digeribili e ricchi di proprietà benefiche.

Le modalità di lavorazione meno intensive e industriali giustificano il prezzo di vendita più alto di questa farina e dei prodotti da essa ottenuti.

Utilizzando questa farina si tutela il patrimonio di biodiversità del territorio siciliano e si incentiva la filiera corta.

Farina di timilia: grano

La varietà di grano Timilia ha origini molto antiche ed in passato era coltivata in tutta la regione siciliana. Al giorno d’oggi la sua diffusione risulta, invece, essere circoscritta solo ad alcune zone della Sicilia.

La spiga di questo particolare tipo di grano si distingue dagli altri tipi di grano per diverse caratteristiche. Innanzitutto per l’altezza, pari a circa 180 cm.

Inoltre, le spighe sono più scure e presentano chicchi irregolari rispetto a quelle tradizionali. Inoltre questo grano è anche adatto ad essere coltivato in condizioni di siccità. Si rivela, infatti, molto resistente e in grado di crescere senza richiedere speciali cure o tecniche di coltivazione.

La farina ricavata da questo tipo di grano è contraddistinta da un elevato contenuto proteico. Essa viene adoperata sia per la produzione di pane a pasta dura che per la produzione della pasta. Si tratta di prodotti altamente digeribili e durevoli. Possono essere conservati per diversi giorni rimanendo di consistenza abbastanza soffice.

 

Farina di timilia: caratteristiche peculiari

Ricavata dalla macinazione a pietra, questa farina ha una resa minore rispetto a quella del grano più diffuso. Le spighe non vengono lavorate a livelli intensivi e ciò può giustificare prezzi più elevati sul mercato. Grazie a questo tipo di lavorazione si ottiene un prodotto semi-integrale, meno raffinato rispetto alle farine tradizionali.

Questo grano antico contiene una percentuale di glutine più ridotta e ciò lo rende compatibile con la necessità di ridurre il rischio di intolleranze alimentari. Grazie al minore apporto di glutine, la farina in questione risulta più leggera e digeribile. Inoltre, i prodotti ottenuti a partire da questa farina hanno un sapore più pregiato e gustoso.

Infine, utilizzare questo grano antico permette di tutelare la biodiversità del territorio siciliano privilegiando la filiera corta. Farina di timilia: ottenuto da un particolare grano, è lavorata con la macinazione a pietra.

 

Farina di timilia: proprietà

Grazie alle caratteristiche del grano da cui è ricavata e al tipo di lavorazione, questa farina si rivela ricca di proprietà benefiche per la nostra salute. Il grano integrale, poco raffinato, presenta un elevato apporto di proteine a fronte di un ridotto contenuto di glutine. Pur non essendo del tutto adatta a persone che soffrono di celiachia, questa farina può essere consigliata per limitare la possibile insorgenza di intolleranze di tipo alimentare.

Le qualità nutrizionali di questa particolare farina la rendono ideale per rinforzare le nostre difese immunitarie. Inoltre, aiuta a migliorare la salute dell’apparato cardiovascolare e a prevenire l’insorgenza di eventuali patologie.

Questo grano antico può essere quindi utilizzato spesso poiché non ha subito particolari alterazione. Si rivela un prodotto più sano e genuino, che non è stato trattato geneticamente dall’uomo.

Farina di Timilia: permette di ottenere prodotti leggeri e digeribili con un buon apporto proteico ma poveri di glutine.

 

Farina di Timilia: utilizzi consigliati

Questa farina si rivela ideale per la preparazione di prodotti da forno sia salati che dolci. Può essere facilmente adoperata anche per preparare la pasta. Per ridurre la tenacità dei prodotti ottenuti da questo tipo di grano duro si può optare per alcuni semplici accorgimenti.

MARZVOLA: La nostra Farina. Il suo nome deriva dal latino “tres-menses” che significa il grano dei “tre mesi” perché normalmente seminato in primavera (marzo) e raccolto in giugno dopo circa tre mesi. La Farina di Timilia è prodotta per mezzo di antiche macine a pietra, seguendo le antiche tradizio..
4,68€
Imponibile:4,50€
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