L’origine del nome è un punto che alimenta almeno tre diverse interpretazioni. La prima è collegata al modo di dire “A norma” per intendere che qualcosa è fatta bene. Chi vuole, invece, cercare l’etimologia nella storia fa risalire il nome all’opera omonima composta dal musicista catanese Vincenzo Bellini (1801-1835) che riscosse tanto successo da indurre i cittadini a dare lo stesso nome al piatto di pasta. Infine l’ultima versione attribuisce l’invenzione allo scrittore e sceneggiatore catanese Nino Martoglio (1870-1921) che definì la ricetta una “Norma” perché caratterizzata dalla perfezione.

Melanzane, ricotta salata e basilico fresco sono i pochi ingredienti della pasta alla norma, un piatto semplice ed emblematico della cucina siciliana.

Le sue origini non sono certe ma è sicuramente un piatto antico e nato dalla creatività delle classi popolari, visto il costo contenuto degli ingredienti. La differenza tra la pasta alla Norma catanese e le altre risiede nelle modalità con cui si tagliano le melanzane, a fette nella prima versione e a cubetti in tutte le altre.

Cucinare un piatto di pasta alla norma può rappresentare un successo anche per chi non è esperto in cucina. Noi la prepariamo così: preliminarmente dopo aver pulito e privato delle estremità le melanzane, le facciamo a fette tutte dello stesso spessore e le immergiamo in acqua e sale per almeno un’ora. Dopo averle asciugate bene, le friggiamo nell’olio bollente.
In abbondante olio extravergine di oliva bio, facciamo indorare le fette di melanzana; quindi vengo messe a perdere l’olio in eccesso. A parte e contemporaneamente scaldiamo dell’olio extravergine di oliva con aglio aggiungiamo pomodori pelati, il basilico fresco e il sale. Facendo li cuocere per circa 20 minuti a fuoco lento. Per usare il sugo … piccola chicca, cuocere la pasta al dente (300-400 grammi), scolarla e versarla nel nostro sugo dopo averlo ben scaldato, per terminare la cottura della pasta. Aggiungere 80 grammi di ricotta salata grattugiata e mantecate…Buon appetito